Mostra fotografica con performance
SUONI E FORME tracciano gli uni i contorni degli altri fino a rendere
invisibili o inaudibili i propri confini. Gestualità ed improvvisazione
generano attrazione e repulsione: la tensione che ne deriva è
movimento. Un movimento fatto di salti nel buio e di approdi alla luce,
in un percorso di ricerca tra emozioni e reminescenze, tra noto ed ignoto.
SUONI E FORME IN MOVIMENTO è una performance in cui danza, musica
ed immagini interagiscono dal vivo.
“Interazione” e “Tempo reale” sono le due chiavi
di lettura tecnologico concettuali in SFM.
Gli elementi in gioco, coreografia, suoni ed immagini si realizzano
nel momento stesso della performance grazie ad un complesso interscambio
tra improvvisazione e sofisticate tecnologie. Il corpo con il suo movimento
ed il contrabbasso con le sue sonorità sono coinvolti in un rapporto
di interazione basato sull'improvvisazione e sulla sintonia maturata
dal costante lavoro di ricerca in sala prove.
Da queste fondamenta si sviluppa l'elaborazione del suono e dell'immagine curata da Sciajno:
Suono elettronico: consiste in un percorso di elaborazione
sonora (il computer pilota un processore audio) alimentato dal suono
del contrabbasso o della voce durante la performance. Non vi sono sequenze
o basi pre-registrate, tutto ciò che si sente avviene in quel
momento e si rinnoverà ad ogni esecuzione.
Immagine elettronica: ciò che si vede sullo schermo non è
un video pre-montato, ma una serie di immagini o brevi sequenze video
il cui montaggio avviene in tempo reale durante la performance. L'elaborazione
dell'immagine e la sequenza di montaggio saranno frutto, grazie al computer,
di parametri musicali quali la scelta delle note e gli elementi esecutivi.
Il filmato finale risulta essere la diretta emanazione della 'colonna
sonora' e quindi della danza.
E’ una ricognizione tra artisti impegnati in diverse
discipline che da anni si confrontano sul campo comune dell’improvvisazione.
Questa prima edizione punta l’obbiettivo su musica, danza ed elaborazione
elettronica del suono, presentando due serate-performances ed un incontro
seminario pomeridiano.
Parte della serata conclusiva sarà caratterizzata dalla informale
scomposizione dei gruppi per avventurarsi in nuovi percorsi con inedite
combinazioni.
Non si capisce bene come mai la mente non riesca a volare più in alto e a dimenticare il ricordo. Forse succede perché in quel ricordo c'è stato sì un grande dolore, ma ci sono stati momenti di tale rapimento ed estasi che non li vogliamo proprio dimenticare...
Nella mia casa si cerca disperatamente la misura delle fauci. Ci sono silenzi cavernosi al di là delle pareti, dietro le quali è possibile immaginare storie inverosimili...
Adesso, ladri immaginari vengono e vanno di continuo e portano via tutto. Basta un furto ben assestato per far perdere la memoria...
So che meraviglio i presenti, che si tengono buoni accanto
alla mia pelle di donna, che sciolgono le polveri del loro dispetto
nella paranoia giornaliera, che fanno propri i noccioli acerbi di una
mia virtù contemplata con sospetto come una donna desiderabile...
Io, una volta, ero una storia. Una storia bellissima. Il mio cuore era
di chi vive nel mondo, pescando gradatamente le proprie occasioni. Ma
qui, nel palazzo dove vivo, ora ci sono storie moleste. Sono così
rapaci le ali del mondo, ma io non voglio morire derubata, scomparire
nelle ali del mondo.
“Stavamo compiendo un'interessante ricerca
di espressione e comunicazione teatrale, mettendo a confronto i nostri
differenti percorsi, quando ci siamo imbattute nelle parole e nelle
immagini evocate da Alda Merini. E' stato un incontro magico, come se
quelle parole ci stessero aspettando e osservando già da tempo.
Ci era stato richiesto di elaborare uno spettacolo, in occasione della
festa della donna, che affrontasse il problema della molestia sessuale.
Un tema difficile, una sfida. E Alda ci ha aiutato attraverso la poesia,
viva.
Da quel momento, i nostri linguaggi diversi e complementari hanno incominciato
ad intrecciarsi armoniosamente, a fondersi, a scambiarsi. Difficile
da descrivere. Il corpo parla, la voce si muove ed insieme risvegliano
immagini e colori del profondo in un rapporto continuo e vivo.”
Gabriella Cerritelli, Francesca Rizzotti.
CECI N’EST PAS UNE PEINTURE è un progetto interattivo tra tre aree artistiche diverse: teatro - danza, arte plastica e musica. Uno spettacolo che nasce e si trasforma simultaneamente in tutte le sue forme.
Uno spazio si apre e si chiude intorno a tre sculture oblunghe (occhio, barca, mascheraŠ) sulle quali vengono proiettate tre sequenze video: una mano, due mani, tre mani che percorrono le forme modificandone il colore. Una figura che palpita, che accarezza, che tocca, che penetra e che definisce la spazialità di azione.
Gli spazi rappresentano l'essere stesso perso nella sua coscienza. L'illusione di possedere un'identità.
Il corpo come un segno che accompagnato dalla musica richiama parole e pensieri, segue il filo della vita. Un essere che si riappropria di sé e proietta la sua esistenza nello spazio teatrale. Così noi attraverseremo insieme il telaio, la tela del quadro, per penetrare nella materialità stessa dell'immagine.
Si è soli. Persi nell'occhio del ciclone.
Photo exhibition with opening performance (additional performances possible).